Argentina

Giorno 0 – 26/01

Siamo partiti il 26 mattina per atterrare a Madrid, dove abbiamo trascorso tutta la giornata in compagnia di mia cugina Sofi che in questo momento sta studiando lì, e vive vicinissimo a dove ho vissuto io qualche anno fa. È stata una bellissima giornata, d’altronde Madrid è sempre stupenda, abbiamo pranzato con ravioli cinesi da Little Dragon, fatto una lunga camminata per il centro, e dopo un aperitivo ci siamo diretti in aeroporto. Il volo è partito verso mezzanotte.

Giorno 1 – 27/01

Siamo atterrati verso le nove di mattina dopo un lungo viaggio notturno in cui abbiamo sempre dormito. Arrivati a Buenos Aires abbiamo fatto il check-in in hotel a Recoleta, in una zona molto carina e tranquilla. Ci siamo fatti una doccia veloce e siamo subito usciti all’esplorazione della città. Stavamo morendo di fame, così ci siamo fermati in un elegante caffè per un brunch rapido e delizioso (ci hanno detto che in Argentina nessuno fa colazione, quindi va per la maggiore il brunch). Abbiamo iniziato una camminata di circa un’ora e mezza da Recoleta verso Palermo, una zona molto affascinante, in cui potrei vivere senza problemi, anzi: ricca di ristoranti eclettici, cocktail bar e caffè originali, negozietti chic, palazzi bassi che raccontano la storia della città tra graffiti, facciate decorate e interno cortili rigogliosi come piccole foreste, giovani ben vestiti e locals che camminano per strada con tutta la tranquillità del mondo. Le vibes in questa zona sono senza dubbio positive. Ci siamo fermati al cimitero di Recoleta, che è assolutamente da vedere. Giunti a Palermo, che divise in vari quartieri, a noi è piaciuta molto Palermo Soho: inoltratevi nelle strade di El Salvador / Armenia / Gurruchaga / Honduras. Molto carino fermarsi a prendere un tè nella Paul French Gallery. Prendere un gelato da Rapa Nui, una gelateria famosa in Argentina, nata a Bariloche, con un interno cortile troppo carino: gelato buono (ma quello italiano non si batte). Avrei voluto fare un giro al Mercado de Las Pulgas ma il lunedì è chiuso! Siamo poi passati dai giardini botanici. Verso le 19.00 ci siamo diretti da Florería Atlantico per un drink ottimo (tra i 50 best cocktail bar al mondo) e una empanadas di granchio e gamberi top! Per cena vi consiglio questo tipico ristorante che ci è piaciuto tantissimo: Fervor. Abbiamo ordinato una empanadas di carne ottima con un ragù tritato grossolanamente, e poi due pezzi di carne diversi, entrambi deliziosi (ma enormi!), con vari contorni. Davvero top! Ottimo rapporto qualità prezzo. 

Giorno 2 – 28/01 

Ore 10:30 ci troviamo a Palermo Soho per il nostro Foodie Tour (Sherpa Food Tours, noi abbiamo fatto in gruppo perché eravamo solo in due ma si può fare anche privatamente). Il tour è durato fino alle 14 ed è stato davvero molto interessante, oltre aver assaggiato tantissime cose, la nostra guida ci ha spiegato anche molte curiosità sull’Argentina e sulla loro cultura e tradizione culinaria. Ecco i posti in cui siamo andati: Picsa, dove abbiamo mangiato un’ottima pizza con pasta madre, era davvero ottima, e poi empanadas con carne sfilacciata e uovo sodo, che è stato il mio piatto preferito della giornata. Siamo poi andati da Rebeliòn, per provare la tortilla spagnola è una cotoletta di pollo, nulla di che. Poi ci sono da Dona Tota, locale tipico, dove abbiamo mangiato un panino farcito con la salsiccia chiamato choripan, il provolone alla griglia e una bistecca (sirloin), buonissimo tutto! Per finire siamo andati da Antiche Tentazioni per un gelato artigianale, molto buono. Dopo questa mangiata abbiamo raggiunto Giulia, la sorella di una mia amica, nonché coinquilina di Madrid, che lavora a Buenos Aires in uno studio di architettura da qualche mese. Abbiamo trascorso un’oretta insieme davanti a un caffè mentre lei ci ha raccontato quanto ami questa città e quanto vorrebbe rimanere a vivere qua. Ci ha detto che il popolo è positivo, sembra non ci siamo limiti, se vuoi una cosa la puoi tenere senza problemi. Ci siamo un po’ diretti in aeroporto per prendere il nostro volo per Bariloche. Col senno di poi ci dispiace essere stati così poco a Buenos Aires perché ci sarebbero state tantissime altre zone da scoprire, ecco una buona scusa per tornarci! Anche perché noi in questo viaggio esploreremo più che altro il sud dell’Argentina, ma anche il Nord deve essere bellissimo. Giunti a destinazione, siamo andati a ritirare la macchina che abbiamo noleggiato e ci siamo diretti in hotel, Design Suites Bariloche. 

Giorno 3 – 29/01 

Sveglia presto, colazione in hotel con una super vista e poi saliamo in macchina direzione Llao Llao, penisola da cui parte, alla base del famosissimo hotel, il Circuito Chico, una strada in mezzo ai boschi da percorrere in auto e fermarsi per le varie passeggiate in mezzo ad un rigoglioso bosco. A me è piaciuto molto, abbiamo fatto una passeggiata di circa 2 orette. Andando avanti si arriva ad un punto panoramico con una vista pazzesca. Per pranzo siamo poi andati in un locale top: Cervezeria Patagonica. Qui producono una birra molto famosa in Patagonia e hanno la propria coltivazione di luppolo. Il locale ha una vista super, consigliato hamburger con patatine! Dopo pranzo io sono andata a fare un’esperienza molto particolare. Sono stata 4 ore in un cucina di un locale gestito da uno giovane chef in voga, chiamato Nenè. In realtà io pensavo di fare più un “mini corso di cucina”, e invece mi hanno messo a impastare salsicce e sfilettare trote, ma è stato comunque divertente entrare in un cucina totalmente differente dalla mia (la dispensa e la cella frigo si trovavano all’esterno in mezzo alle galline!). Lo chef era super gentile e mi ha spiegato varie preparazioni, facendomi assaggiare diversi piatti. Poi alle 21, io ero stremata anche perché faceva caldissimo, è arrivato Pietro e abbiamo cenato! Ottimo il tiradito di trota con la zuppetta di ciliegie, mela verde, avocado e cocco, l’ojo de bife marinato nel burro ai funghi e poi passato alla piastra, il bao di maialino, e la tortilla di patate fatta solo con uova, olio evo e patate, mi ha dato anche la ricetta quindi presto la troverete sul blog! 

Giorno 4 – 30/01

Colazione e partenza per la Ruta de Siete Lagos. Per farla tutta ci vogliono circa 6h ma in realtà una volta arrivati a Villa La Angostura potete proseguire ancora poco e tornare poi indietro per accorciare. Noi siamo arrivati fino alla Cascata Nivinco, che si raggiunge con circa un’ora e mezza di camminata tra andata e ritorno + bagno, che consiglio di fare! L’acqua è cristallina, ovviamente ghiacciata, e c’erano pochissime persone. Un piccolo paradiso. Da qui siamo poi tornati a Villa, dove abbiamo pranzato in un posto super carino, Cucù Schulz, con un panino veloce, posto però molto carino. Da qui torniamo a Bariloche, il viaggio è un po’ lunghetto ma il panorama è super, quindi passerà velocemente. Arriviamo alle 18:00, ci buttiamo subito in piscina con vista lago increspato dal vento forte. Bellissimo!! Siamo poi andati a prendere una birra e mangiare un’ottima pizza da Casa Van Titten, il cui proprietario è un amico di Pietro. 

Giorno 5 – 31/01 

Partenza all’alba da Bariloche e in pochissimo arriviamo a El Calafate. Dall’aeroporto un transfer prenotate in anticipo ci porta direttamente al Perito Moreno e dopo due orette ci troviamo davanti a questo spettacolo della natura. È davvero incredibile. Ci sono varie passerelle per poterlo osservare da vicino, ed essendo estate, vedrete i pezzi staccarsi e cadere in acqua con dei grandi boati. Pazzesco. Da qui poi ci dirigiamo, sempre in auto, a Nibepo Aike (anche qui due orette di viaggio), la Estancia dove ci saremmo fermati 3 giorni. La strada per la Estancia è totalmente sterrata, e la percorrete in circa un’ora e mezza, se avete la vostra auto vi consiglio di prenderla un po’ performante. La strada è incantevole, siete circondati dalla natura in cui vedrete pascolare in tutta libertà mucche, pecore, cavalli mentre il cielo è governato da falchi e grandi volatili. Giunti alle stanzia siamo subito conquistati dalla bellezza del paesaggio.le casette sono molto semplici e caratteristiche, nella fattoria ci sono circa 500 mucche, una quarantina di cavalli, e un gregge di pecore, gli ospiti sono massimo 23 mentre i gaucho, tutti super giovani, belli e simpatici sono 35. Arriviamo giusti per la merenda, e subito dopo saliamo a cavallo, e condotti da un gaucho andiamo a recuperare le pecore per riportarla a casa. Questo è il paradiso per gli amanti del cavallo è in generale della natura selvaggia. Alle 20:15 viene servita la cena: l’unica pecca di questo posto incredibile è il cibo, non è particolarmente buono né abbondante. Purtroppo è tutto razionato quindi fanno fatica ad accettare modifiche. Ma noi ci adattiamo. Qua la luce cala veramente tardi, verso le 22:30.

Giorno 6 – 01/02 

È il mio compleanno! Dopo colazione, ci dirigiamo al dia del campo, una mattinata in cui ci uniamo un gruppo che viene da El Calafate, per scoprire qualcosa di più sulla fattoria in cui ci troviamo. È stato molto interessante, abbiamo visto anche tosare una pecora con le forbici e abbiamo provato mungere una mucca. Per pranzo poi ci viene servito l’asado di Cordero, una loro specialità ovvero la grigliata d’agnello. A me non piace molto l’agnello ma Pietro ha detto che era buonissimo! Alle 15.00 saliamo di nuovo a cavallo e facciamo un lungo giro di tre ore con il gaucho più simpatico di tutti, Augustin detto Gus, che ci ha condotto lungo il lago e ci ha fatto entrare in acqua assieme ai cavalli! Siamo poi tornati per la cena, il bello è che si mangia in una stanza con tutti gli altri ospiti e quindi puoi anche conversare un po’ con gli altri. E poi, le ragazze dell’estancia mi hanno fatto sorpresa portandomi una torta al cavolo con la candelina! Che tenere! 

Giorno 7 – 02/02 

Alle 9.00 siamo subito andati a fare una cavalcata con Gus e siamo tornati verso le 11. È stata una giornata di relax trascorsa tra passeggiate e cibo, per aspettare che arrivassero le 18 e risalire in sella. Eravamo solo noi due con Gus che ci ha fatto andare al galoppo lungo una prateria. È stato troppo divertente! Dopo l’ultima cena, che è stata molto buona, abbiamo salutato tutti e siamo andati a dormire presto.

Giorno 8 – 03/02

Ci siamo svegliati presto e con un transfer siamo andati in aeroporto. Peccato che il volo era tre ore in ritardo senza preavviso, non prendete MAI FlyBondi, così ci siamo rinchiusi in una Lounge minuscola molto carina, in cui abbiamo fatto colazione con vari panini tostati al momento. Con un volo di un un’ora e mezza siamo poi arrivati all’ultima tappa: la terra del fuoco, atterrando ad Ushuaia. Il paese è abbastanza brutto così ci siamo diretti subito in hotel: Las Hayas, che consiglio vivamente perché davvero super. Abbiamo trascorso un pomeriggio all’insegna del relax tra palestra, spa, idromassaggio Giapponese esterno. Ci voleva proprio un pomeriggio così! Avevo prenotato in un ristorante che mi spirava molto chiamato Maria Lola restò ma faceva talmente freddo ed eravamo assai stanchi, che abbiamo deciso di mangiare in hotel, un po’ triste ma molto buono! 

Giorno 9 – 04/02

Dopo una mega colazione, siamo partiti con la nostra macchinina noleggiata per Puerto Almanza.dopo circa due ore, tra cui una mezz’ora di strada sterrata, siamo arrivati in questo minuscolo porticciolo fatto di baracche. Da qui abbiamo proseguito ancora un quarto d’ora fino ad arrivare in un posto sperduto nel nulla Chiamato Alma Yagan. C’era stato consigliato da un’organizzatrice di viaggi ed è stata un’esperienza veramente pazzesca. Parcheggi la macchina lungo la strada e ti inoltri nel bosco fino a trovare una casetta verde, una specie di capanna. Qui vive tutto l’anno una famiglia, sperduta nel nulla e lontano da tutti. A pranzo ospitano a casa propria una decina di persone, ma bisogna farsi spiegare bene come trovarlo. La casetta si affaccia direttamente sul mare con un minuscolo molo di legno costruito da loro. Ha due spiaggette private a cui si accede con una scaletta fatta di travi di legno e da qui loro partono per pescare. Si trova esattamente sul canale di Beagle e dall’altra parte del fiume c’è il Cile. Il posto davvero semplicissimo ma allo stesso tempo molto carino, e, non si direbbe mai, ma i piatti sono curati nel minimo dettaglio e preparati con grande tecnica e conoscenza del prodotto. Abbiamo mangiato quattro portate, non saprei dire quale fosse più incredibile: la trota salmonata affumicata da loro è servita con una barbabietola cruda lamelle e un’arancia al latte e origano, poi il baccalà confit e servito con una purea di carote, una riduzione al vino Malbec inserita all’interno di una conchiglia e un jus di limone, poi il piatto Forte ovvero il granchio reale spolpato e cotto nel latte, burro e aglio, per finire con il gelato fatto in casa è servito con frutti di bosco coltivati da loro sia al naturale sia sottoforma di confettura, il tutto decorato da fiori e erbe coltivate da loro nel bosco. Io ero veramente in estasi, ho chiesto tutto alla cuoca che è una donna sui cinquant’anni super simpatica. Da qui ci siamo poi diretti verso la zona del Rio Grande, che abbiamo raggiunto dopo circa due ore e mezza. Ci hanno consigliato di andare a dormire in questa fattoria spersa nel mezzo del nulla, si chiama Estancia Viamonte, e appartiene agli stessi proprietari della più famosa Estancia Haberton. Si trova proprio sull’oceano in un posto che sembra essere dimenticato degli esseri umani. Hanno solo tre camerette minuscole e molto semplici. Abbiamo fatto una passeggiata sulla spiaggia con il vento che ci portava via e poi ci hanno servito la cena buonissima preparata con tutti i prodotti della loro fattoria: un mega tagliere di salumi e formaggi con crema preparata con il loro aglio nero, la loro insalata, carote e rape spadellate, composta di rabarbaro, una coscia di pecora morbidissima (ci ha detto uccisa questa mattina… povera…), patate al forno, cipolle caramellate. Consiglio di venire in questo posto non tanto per dormire ma per vivere l’esperienza che avremmo vissuto il giorno dopo! Dovete pensare che ci troviamo in un luogo isolato da tutto: infatti qui organizzano soggiorni personalizzati solo per gruppi privati, mirati a stimolare la creatività, adatti a scrittori, artisti e chef. Ps. Si può prenotare solo direttamente o tramite contatti/agenzie. Se volete andare scrivetemi così vi metto in contatto. 

Giorno 10 – 05/02

Dopo una super colazione con biscotti e torte fatte in casa, la carinissima Inès , che ha solo 25 anni e lavora qui da 4 anni, ci accompagna in una mini visita della fattoria, davvero molto interessante. Pensate che fino a 80 anni fa questa terra era abitata da indigeni, ed il primo a “colonizzarla”, mantenendo però un rapporto di amicizia e rispetto nei confronti degli aborigeni, è stato Thomas Bridge. Ora l’Estancia è gestita da Cristina, la quinta generazione dei Bridges. Qui il link per più info https://www.estanciaviamonte.com. Dopo la visita, in cui ci ha anche spiegato tutto sul business delle pecore (per la lana) e le mucche (per la carne),  siamo entrati nel cuore del loro magnifico orto organico e certificato: Quinta Pionera. Qui riescono con gran dedizione a produrre una gran varietà di verdure, tuberi, fiori e frutta (e il famoso aglio nero) nonostante le condizionai climatiche estreme tutto l’anno. Dopo una breve spiegazione sull’orto, abbiamo raccolto vari prodotti e aiutato a cucinare il pranzo, interamente cotto sulla brace con pentole di ghisa. Hanno trascorso con noi la giornata tre ragazze che si occupano dell’hosteria, troppo simpatiche e carine, facendoci entrare a pieno nella vita immersa nella natura. E stato incredibile! Abbiamo cucinato tutto sulla brace in un buco scavato nel terreno e per poi mangiare assieme su un magnifico tavolo apparecchiato dentro l’orto. Il menù consisteva in: paella con cipolla, aglio, carne di vitello, foglie di barbabietola e gamberi di aglio egiziano / barbabietole e rape lunghe abbrustolite / quiche con salicornia (che coltivano nel fiume) / melanzane in escabeche / crumble con ribes nero, mela e rabarbaro. E con grandissima fortuna il sole ci ha scaldato durante tutto il nostro pranzo, cedendo spazio alla pioggia proprio all’ora del caffè! Siamo poi entrati a bere il mate (che non avevo mai assaggiato) con una fetta di banana bread (in realtà eravamo troppo pieni e mi hanno preparato una schiscetta per il volo!). Ci siamo poi salutati (ma rimarrò in contatto con Inès per progetti futuri, è davvero una grande!) e siamo andati in aeroporto a Ushuaia. Da qui abbiamo preso un volo per Buenos Aires. 

Giorno 11 – 06/02 

Arrivati alle 3 di notte a Buenos Aires, notte in hotel vicino all’aeroporto e ripartiti la mattina seguente per Milano! Viaggio di ritorno eterno, ma andiamo voi con tanti ricordi incredibili, la mente più aperta e il cuore più pieno. 

Condividi

WhatsApp
Facebook
X
Email
Pinterest

Articoli correlati

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

hai bisogno di BanAnna?
richiedi un preventivo

Form richiesta preventivo